Il lockdown ha fatto emergere tutte le debolezze della sanità, ancorata a vecchi metodi di gestione e pratiche tradizionali. È da questa consapevolezza che il nostro Governo ha deciso di stanziare ingenti fondi per risollevare le sorti della sanità e avviarla verso la più importante transizione digitale dei nostri tempi. Il piano d’azione messo in atto dal Governo ha l’obiettivo di compensare le ingenti perdite subite durante la pandemia e, soprattutto, convertire la sanità verso una forma digitalizzata, più elastica e più efficiente.
Una sanità più “smart”
A livello territoriale la digitalizzazione della sanità ha riguardato studi medici, ambulatori e varie strutture sanitarie. Questo processo si è caratterizzato attraverso la sempre maggiore diffusione di soluzioni digitali ed innovative, basate per lo più sull’automazione e sull’intelligenza artificiale. In particolare si sono fatti strada i software gestionali per studi medici ed ambulatori, nati con l’obiettivo di avvicinare medici e pazienti e migliorare le criticità in ambito sanitario.
Parliamo di programmi intelligenti utili a gestire tutto il percorso del paziente, nonché quello di gestione di una struttura sanitaria di qualsiasi genere. Questi software, infatti, permettono di intervenire a livello di “patient experience”, ovvero l’insieme di esperienze vissute dal paziente quando entra in contatto con una struttura sanitaria o uno studio medico.
Patient experience e prevenzione
Il concetto di patient experience vede il paziente come un consumatore e, pertanto, ne analizza il comportamento per capire come prende decisioni di salute, di cosa necessita per stare meglio e quali sono le migliori soluzioni per avvicinarlo alla prevenzione.
Uno degli obiettivi principali del nostro Paese, per l’appunto, è proprio quello di favorire una traslazione della sanità, agendo all’origine dei problemi di salute della popolazione. La riflessione nasce in seno a quelle che sono note come “malattie del benessere”, ovvero patologie scaturite da stili di vita poco sani e dalla mancanza di prevenzione. Ci riferiamo a obesità, malattie cardiovascolari e diabete, mali del nostro secolo che si diffondono a macchia d’olio soprattutto nei Paesi più ricchi.
L’incidenza di queste problematiche, per l’appunto, può essere drasticamente ridotta riavvicinando la sanità alle persone e, quindi, invitandole in modo più diretto e facilitato a fare prevenzione. In particolare oltre alle solite campagne di sensibilizzazione è necessario agire a fondo, correggendo lo stile di vita alimentare e quello motorio.
Un paziente felice sarà un paziente più sano
Uno degli esempi più lampanti di questa transizione riguarda, per esempio, l’odontoiatria. Il dentista, per tantissime persone, rappresenta un costo eccessivo ed un grande timore per via di talune pratiche che sono considerate dolorose ed invasive. Per compensare i rischi dovuti alla mancanza di visite preventive da parte della popolazione le associazioni di dentisti hanno investito ingenti risorse nella ricerca sul campo, grazie alla quale oggi le principali tecniche di cura sono assolutamente indolore e hanno costi più accessibili. Certo è che praticando una prevenzione costante, ovvero rivolgendosi al dentista con una certa frequenza, è possibile bypassare gli interventi più dolori e, ovviamente, risparmiare anche molto denaro. Per trasmettere questo messaggio tantissime cliniche e studi privati hanno promosso un approccio più smart, attraverso l’uso di software, app per smartphone e strumenti di divulgazione utili ad avvicinare le persone. Questo esempio può essere applicato a numerosi ambiti di salute con un vantaggio per la salute della collettività e, quindi, anche per le casse statali oberate dai costi della vecchia sanità che, come abbiamo sperimentato durante l’emergenza Covid, ha mostrato tutta la sua inefficienza.