Arriva dal Giappone, ma ormai anche qui, nella fascia d’età fra i venti e i quarant’anni, il sushi è diventato un’opzione popolarissima per mangiare fuori con gli amici, e aprire un sushi bar si sta rivelando un business particolarmente interessante per molti piccoli imprenditori alla ricerca di una nuova occasione. Soprattutto nelle grandi città, infatti, sono ormai dieci anni che si procede ad aprire sushi bar e ristoranti, e ormai anche locali che servono esclusivamente sushi stanno diventando diffusi e apprezzati. I profitti sono validi, l’investimento iniziale ragionevole, e il business dà soddisfazioni.
Il target di clientela è infatti spesso piuttosto elevato, differente da quello delle normali pizzerie che sono state a lungo dominanti in questa fascia demografica, e quindi la disponibilità alla spesa è decisamente superiore: il sushi è giustamente riconosciuto come un alimento di qualità, e che quindi ha un prezzo, e quando il cliente se lo concede, che si tratti di un semplice aperitivo così come di una cena formale, è solitamente disposto a spendere qualche euro in più serenamente. Questo è un fattore importante nello scegliere di aprire un sushi bar, perchè la materia prima di qualità non ha prezzi irrisori ed è quindi fondamentale sapere di poter avere un buon rientro economico.
Per aprire un sushi bar dovremo quindi trovare una location che ci offra un bacino di utenza potenziale considerevole, di almeno 25000 persone: teniamo però conto che, a differenza di altri generi di locale, questo attira solamente determinate fasce d’età, e che è pressochè impossibile che famiglie con bambini, oppure anziani, scelgano di cenare in un sushi bar. D’altro canto, il passaparola sarà uno strumento di marketing molto potente se sapremo offrire un buon prodotto, dato che il sushi è sicuramente una cena attualmente di moda.
I costi d’apertura sono molto variabili. Se da un lato, per poter offrire a tutte le ore sushi e sashimi di ogni tipo, pronti nei banchi frigo, dovremo preventivare macchinari per lavorare il pesce, confezionatrici, abbattitori, oltre a tutte le attrezzature normali, arrivando anche a cifre intorno ai 150000 euro, per locali più artigianali, che includano cucina, i normali arnesi di lavoro richiesti per la lavorazione a mano del pesce, e l’arredamento per la parte ricettiva, 35000 euro si potrebbero rivelare più che sufficienti. Del resto, per un locale di questo genere, non ci serviranno più di una trentina di metri quadri di spazio, per prevedere oltre alla cucina un bancone con sgabelli per chi mangia direttamente sul posto. Il personale richiederà naturalmente, oltre a una persona che serva al banco e riceva gli ordini telefonici, anche un sushi-man, l’equivalente dello chef.
E i rientri? Il vantaggio della ristorazione di questo tipo è che i ricarichi sono molto elevati, e che come dicevamo la clientela è solitamente felice di spendere. Se sceglieremo bene la location, potremo aprire un sushi bar che fatturi anche 300000 euro all’anno, con un margine di guadagno intorno ad un terzo del fatturato. Questo significa che, con un buon successo, una valida pianificazione, e un po’ di fortuna, potremmo rientrare dell’investimento entro i primi dodici mesi, e poi iniziare a generare profitti.