Aprire una nuova attività non è mai semplice. Sono tanti gli aspetti burocratici e logistici da considerare e studiare. Senza poi contare ovviamente il peso economico che in genere l’investimento iniziale comporta. Vi è un aspetto che accomuna tutti i nuovi progetti imprenditoriali sul nascere: la necessità di dare vita a un business plan che sintetizzi e metta “nero su bianco” le caratteristiche salienti della nuova attività.
Scrivere un business plan professionale e completo non è cosa facile. Oltre agli strumenti (sul mercato vi sono diversi programmi software che semplificano il lavoro) occorrono nella maggior parte dei casi competenze e visione strategica d’insieme. Nel dubbio meglio farsi affiancare da un professionista. Il business plan infatti è uno strumento essenziale sotto diversi punti di vista:
- Si tratta del documento che viene mostrato a un potenziale creditore
- Consente di fare il punto sul mercato dove ci si vuole inserire e sui relativi competitors
- Fa ordine anche sulle strategie finanziarie e di marketing del nascente progetto
Se pur ogni business plan va scritto con riferimento all’attività in particolare verso cui è rivolto, si può comunque delineare un modello che funga da esempio del “business plan perfetto”. Un esempio di business plan che si rispetti deve cioè avere alcune caratteristiche e impostazioni standard. Vediamole insieme.
Per approfondire su come deve essere un esempio di business plan, visitare il sito softwarebusinessplan.it
Modello di business plan: le sezioni principali
Il modello descritto di seguito non vuole ovviamente essere universale. Consente però di far cogliere a chi è digiuno su questi argomenti, come dovrebbe essere impostato un business plan che si rispetti e quali sezioni dovrebbe avere. Ne abbiamo individuato in particolare sei che sono essenziali. Vediamole brevemente:
- L’idea: ogni cosa nasce da un’idea e un progetto di business non fa eccezione. Questa è se si vuole la sezione più importante perché è la prima ad essere letta (la prima impressione tende a fare la differenza). Qui le capacità di sintesi devono essere prioritarie. Bisogna dare al lettore (che magari sarà un potenziale investitore) un quadro completo dell’attività nascente, cercando anche un po’ di spingere sui punti di forza (dare un taglio persuasivo).
- Mercato e Competitors: non si può prescindere dallo studio del marcato di riferimento (e dei margini ivi presenti) e dei competitors. Chi sono, cosa offrono, che strategie di marketing utilizzano. L’analisi del contesto può fare la differenza nel partire con il piede giusto, senza ripetere errori commessi magari da altri.
- Prodotti o Servizi: veniamo alla descrizione di quello che offriremo, sul mercato individuato, ai nostri potenziali utenti. Non è mai facile inventarsi qualcosa di nuovo, però offrire prodotti e servizi che già offre qualcun’altro può essere arduo. La sfida sta sempre nel trovare una nicchia con margini e inserirsi lì tra i primi.
- Strategia Marketing: che strategie pensiamo di porre in essere per far conoscere il nostro servizio e raggiungere gli obiettivi prefissati? Si può vendere il prodotto migliore sul mercato, ma se nessuno lo sa, si è sconfitti in partenza.
- Piano Organizzativo: l’organizzazione aziendale è essenziale, sopratutto per creare business di scala ed evitare ritardi e sprechi. Risorse umane e divisione dei ruoli vanno studiati e implementati con cura e attenzione
- Piano Economico: eccoci al cuore del nostro business plan. Si tratta della parte relativa alle risorse finanziarie. Probabilmente la sezione più tecnica dove l’aiuto di un professionista può fare la differenza. Qui va definito il bilancio a tre e cinque anni e possibili scenari alternativi.