Nel campo dell'odontoiatria esistono numerose protesi dentarie e alcuni esempi tra i più comuni sono quelli volti alla sostituzione dei denti mancanti, quelli relativi ad apparecchi ortodontici o altri che trattano patologie comuni come il bruxismo. Per eseguire questi lavori bisogna tuttavia che ci sia una certa sinergia tra un odontoiatra e un odontotecnico, ossia due figure professionali ben distinte tra loro indispensabili l’una per l’altro. A tale proposito, vediamo nei dettagli qual è la differenza tra questi due professionisti.
Qual è la differenza tra un odontotecnico e un dentista?
Le principali differenze tra i due professionisti si basano, da un lato sull'attività che svolgono e dall'altro sulla formazione che ciascuno ha completato. Premesso ciò, a riguardo del primo va detto che il dentista è un professionista sanitario incaricato della prevenzione, diagnosi e cura di patologie o problematiche orali e la sua area di competenza comprende cura di denti, gengive, lingua e palato. Inoltre si occupa anche della rettifica dell’articolazione temporo-mandibolare. In riferimento alla seconda figura professionale, c’è invece da dire che il tecnico svolge la sua attività fuori dalla bocca del paziente e anche dallo studio dentistico. Nello specifico si occupa di lavorare interamente in un laboratorio attrezzato per realizzare le protesi prescritte dal dentista per i suoi pazienti o per modificare e riparare quelle preesistenti.
Come si formano professionalmente le due figure?
Per quanto riguarda la formazione, il dentista ha un diploma universitario mentre l'odontotecnico viene formato attraverso un corso professionale della durata di due anni. Il tecnico tra l’altro dispone sia di attrezzature per realizzare protesi che di modelli che simulano il cavo orale. Per iniziare il suo lavoro, ha tuttavia bisogno che il dentista gli invii le misure e le impronte che ha prelevato direttamente dal paziente. Con questa fedele riproduzione del cavo orale, il tecnico può quindi iniziare a creare la protesi richiesta. A questo punto, come abbiamo accennato in precedenza, anche la riparazione delle protesi dentarie è un compito del tecnico, pertanto al posto delle impronte in gesso o in resina, il dentista può inviargli anche una protesi che è già stata realizzata ma è danneggiata e necessita quindi di una riparazione di alcuni parti come ad esempio denti o ganci in metallo.
Quali attrezzature utilizza un odontotecnico?
Alcuni degli strumenti che servono come materiale da laboratorio odontotecnico e che sono gli attrezzi base che un protesista deve avere per svolgere il suo lavoro, ce ne sono alcuni a dir poco indispensabili. Nello specifico si tratta di un portaimpronta, ossia un contenitore realizzato appositamente per prendere le impronte dentali costituito da un corpo per contenere i diversi materiali e che avranno una forma adeguata e adattata all'anatomia orale e che varierà a seconda se si tratta dell'arcata superiore o inferiore. Un altro strumento è invece l'articolatore utilizzato nel laboratorio protesico per riprodurre l'articolazione temporo-mandibolare del paziente. Ne esistono tuttavia molti tipi diversi e classificati in base alla loro regolazione, precisione e modello. Inoltre vale la pena citare dei bulini che servono per la lavorazione manuale su cera e resina, e cioè per scolpire entrambi i materiali e portarli alla misura richiesta dall’odontoiatra. Tra l'altro va sottolineato che in un laboratorio di un odontotecnico non deve mancare una centrifuga adatta per riprodurre fedelmente delle protesi in cera, e che servono da campione per la creazione definitiva di una dentiera o di un dente se si tratta di un impianto singolo o di un'arcata completa. A margine è importante aggiungere che un odontotecnico su richiesta dell'odontoiatra può anche realizzare un'intera arcata dentale senza la cosiddetta gengiva finta, e corredarla di 4, 6 oppure 8 fori allo scopo di creare delle protesi fisse da innestare in appositi monconi in metallo inseriti nell'osso gengivale dal dentista, previo un intervento chirurgico poco invasivo e indolore poichè praticabile sia con sedazione cosciente che in anestesia locale.