In troppi pensano che la vita di un avvocato sia tranquilla, serena e contornata solo da bei momenti. Aperitivi, cene fuori in bei ristoranti, macchine di lusso ecc. ecc. Purtroppo quasi mai pubblicamente è stata detta la verità. Vuoi perché un avvocato vuole sempre dare un’immagine di sé migliore di quella che è, vuoi perché si spera di diventare un avvocato come nei film. Di fatto la vita di un avvocato è tutt’altro che semplice.
Primo mito da sfatare
Un avvocato penalista, soprattutto se alle prime armi, non ha il proprio studio ma è all’interno di uno studio più grande oppure, come accade alla maggioranza degli avvocati penalisti, hanno il proprio studio ma non hanno uno staff al seguito. Lavorano in autonomia. con la crisi dettata dal Covid oggi sono anche in molti che hanno ritagliato all’interno della propria abitazione uno studio per evitare spese eccessive.
L’inizio della giornata
Se in quel giorno ci sono una o più udienze, di solito l’avvocato penalista alle 09.00 deve stare in tribunale. L’udienza tipo è caratterizzata dal fatto che sull’avviso c’è scritto alle 09.00 ma poi se ti va bene l’udienza la chiamano alle 10.30 o anche oltre. Non di rado succede che si entri in tribunale alle 09.00 e si esca dopo pranzo intorno alle 15.00. Questo è determinato da una gestione “scellerata” dell’udienza da parte del giudice. Ovviamente capita che se l’avvocato ritarda 5 minuti l’udienza è stata già chiamata e si è svolta con la nomina di un avvocato di ufficio (Sigh!!).
Alle 09.00 quindi si sta in tribunale, si controlla il ruolo di udienza e se tutto va bene per le 10.00 l’udienza è stata fatta. A questo punto avendo ancora del tempo nella mattinata si approfitta per fare dei giri di cancelleria che ti occupano circa una 30ina di minuti.
Se lo studio è vicino il tribunale, in 10 minuti sei tornato a studio. Spesso però nelle grandi città ci vuole anche 1 ora prima di tornare alla propria scrivania. Si sono fatte le 11.30.
La prima cosa da fare è segnarsi gli adempimenti derivanti dall’udienza svolta. Dall’appuntarsi la data del rinvio, a segnarsi quando inviare la citazione per i testi o scriversi quando andare a richiedere copia del verbale ecc..
Ecco che siamo alle ore 12.00 e con una o due telefonate (di sicuro si chiama il cliente per aggiornarlo sull’udienza appena svolta) si è arrivati alla pausa pranzo (chi la fa ovviamente).
Il pomeriggio
Il pomeriggio dovrebbe essere dedicato allo studio delle pratiche ed allo scrivere gli atti, oppure allo studio di giurisprudenze o approfondimenti. Invece di norma è caratterizzato dai clienti che ti chiamano per accordarsi su appuntamenti o per chiedere altre informazioni, call center che sono imperterriti nel contattarti al numero fisso (dal quale non puoi bloccarli come sul cellulare), dal rispondere alle mail, dal risolvere questioni che sono sempre urgenti. A questo punto si alzano gli occhi sull’orologio e vedi che sono già le 17.30. Decidi quindi che da quel momento nessuno ti distoglierà più dalla lettura del fascicolo per il quale hai una scadenza (magari un appello) a 5 o 6 giorni. Ecco che suona il citofono. Si, perché per il cliente, l’avvocato penalista non necessita appuntamento. Deve essere sempre a sua disposizione in quanto la sua è sempre una urgenza. Quindi almeno 30 minuti la si passa con il cliente ed ecco che sono le 18.00.
La giornata volge al termine e solo ora ci si ricorda che si doveva fare una telefonata importante o rispondere ad una mail importante e voilà sono le 18.30.
La sera
Intorno alle 18.00 quando gli altri si stanno apprestando ad andare a prendere un aperitivo, tu, avvocato penalista, devi ancora cominciare a lavorare. Finalmente però, le distrazioni esterne sono quasi finite e quindi si apre il fascicolo e si comincia a leggere. Ma ovviamente cominci ad essere stanco e quindi se prima ci avresti messo una mezz’ora, ora ci vogliono 45 minuti. Alle 18.45 guardi l’agenda e vedi che il giorno seguente hai un’altra udienza e quindi molli quello che stavi facendo per studiarti il processo del giorno seguente.
Ed ecco che si sono fatte le 20.00 e la giornata è finita.
Conclusioni
Tutto questo ovviamente se l’avvocato penalista non ha una famiglia, dei figli o degli altri impegni personali. Nessuno considera l’avvocato come una persona normale, che può avere il dentista, andare dal meccanico, accompagnare i figli agli allenamenti di qualsiasi sport ecc.. Nell’immaginario collettivo l’avvocato penalista sta lì, nel suo studio con una segretaria ed altri colleghi a leggere gli atti e a scrivere atti, la sera esce per andare a prendersi un aperitivo o andare a cena fuori. Purtroppo non è così. L’avvocato penalista, così come ogni altro professionista ha sempre pochissimo tempo da dedicare a sé stesso e molto spesso lavora anche la sera dopo cena.